06 aprile 2006

I conti degli Italiani a un bivio: in euro o in dollari? (americani?)

[La Vera Storia Italiana]

Circolano in questi giorni, tramite il passaparola del web, alcune interessanti missive. Una di esse dice:


".... Avete ricevuto il "libro" di Silvio? Io sì. Andate a pagina 154: c'è una serie di informazioni interessanti, tra cui quella che più mi ha colpito è la prima. E' scritto che nel 2006 il reddito medio degli Italiani è pari a 27.119 dollari, mentre nel 2001 era di 24.670 dollari. Facendo due conti, perciò, risulta che il reddito medio degli Italiani è cresciuto di circa 2.500 (2449) dollari.

Mi sono chiesto: ma perché mi danno le cifre in dollari? Io già ho difficoltà a capire le cifre in Euro, figuriamoci con la moneta di uno stato estero... E come me, anche moltissime famiglie, massaie e pensionati che hanno ricevuto il libro! Comunque, per capire meglio queste cifre, mi sono fatto un po' di conti; sono andato sul sito internet http://www.uic.it/, che è il sito dell'Ufficio Italiano dei Cambi, per tradurre le cifre in euro.

Dunque, il 22 maggio 2001 (il giorno dopo le ultime elezioni politiche), per fare un dollaro ci voleva un euro e 15 centesimi, quindi 24.670 dollari (reddito 2001) moltiplicato per 1,15 fa: 28.370,5 euro.
Poi, il 31 marzo 2006 (l'altro ieri), per fare un dollaro bastavano solo 83 centesimi di euro, quindi 27.119 dollari (reddito 2006), moltiplicato per 0,83 fa: 22.508,77 euro.

In altre parole, mi si spacciano le cifre in dollari per farmi credere che il reddito medio sia aumentato, mentre, invece, di fatto è diminuito di 5861,73 euro!!!

Ho sbagliato i conti? E se sono giusti, ti prego, diffondi questa informazione!"

Aggiungerei che ciò mostra bene come un'informazione formalmente corretta può rivelarsi alquanto fuorviante nella sostanza.


P.S. L'email ricevuta si chiude con questa citazione dal capitolo secondo del trattato Della Tirannide di Vittorio Alfieri. Oggi sembra quasi avere una connotazione di parte, ma ha forse ancora qualcosa da dirci, e può portarci a riflettere:
"COSA SIA LA TIRANNIDE
TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo."
Vittorio Alfieri, 1777